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La qualità dei metadati nellepiattaforme sul patrimonio culturale


Il settore dei Beni Culturali ha subito negli ultimi anni un'incredibile trasformazione, guidata da un’intensa attività di digitalizzazione e annotazione, unita alla generazione di numerosi contenuti culturali provenienti da diverse fonti. Questo ha portato a grandi quantità di contenuti digitali resi disponibili da molteplici istituzioni culturali, come musei, biblioteche, archivi e gallerie (GLAMs).


Le iniziative internazionali per aggregare questi contenuti culturali hanno portato a piattaforme digitali, come il portale Europeana e la Digital Public Library of America. Queste piattaforme operano come hub interdominio, rendendo tali contenuti accessibili per gli utenti e immediatamente disponibili per la ricerca e lo studio, anche attraverso applicazioni creative e servizi web che li riutilizzano e li ripropongono. Anche se la forza principale di tali piattaforme risiede nel vasto numero di elementi in esse contenute, tuttavia il loro uso e accessibilità sono fortemente limitati, a causa dell'insufficiente qualità dei dati e dei

metadati che descrivono gli oggetti.


Ci sono molti fattori che influenzano la qualità dei metadati. Alcune delle cause principali che limitano la possibilità di trovare e riutilizzare i contenuti, sono la mancanza di metadati strutturati e ricchi di contenuti informativi. Infatti, a causa del complesso flusso di lavoro del processo di aggregazione, eterogeneo e multicanale, ci possono essere carenze nel processo di fornitura dei dati, non visualizzate dal controllo di qualità manuale dei metadati generati automaticamente. Questo inconveniente influisce fortemente sull'accessibilità, la visibilità e la diffusione dei contenuti digitali.


Il miglioramento della qualità dei metadati deve di solito affrontare il problema della grande quantità di dati: migliorare la qualità dei metadati di centinaia di migliaia o addirittura milioni di record, provenienti da fonti diverse, spesso richiede un'enorme quantità di tempo, sforzi e risorse che gli aggregatori e le istituzioni culturali purtroppo non possono permettersi. In questo contesto, i servizi di arricchimento basati sull'elaborazione automatica dei metadati el'estrazione delle caratteristiche, insieme con i servizi di annotazione attraverso il crowdsourcing, offrono grandi opportunità per migliorare la qualità dei metadati dei contenuti culturali. Allo stesso tempo, aiutano anche a coinvolgere gli utenti e ad aumentare la consapevolezza sull’importanza del patrimonio culturale. Una piattaforma può rivolgersi a vari tipi di utenti, sia istituzioni culturali che industrie creative, con diverse competenze, offrendo nuovi servizi che si basano sulle risorse rese disponibili attraverso l'uso delle interfacce della piattaforma (API). Lo scopo principale di una piattaforma di aggregazione di contenuti è di utilizzare insieme i diversi repository culturali e promuovere il

patrimonio culturale digitale, migliorandone l’accessibilità.


Una piattaforma di aggregazione di contenuti come quella appena descritta ha trovato applicazione nel progetto WE-Hope. A causa delle esigenze specifiche del progetto, sono stati necessari alcuni importanti accorgimenti, necessari per predisporre le collezioni utilizzate dal progetto. Al fine di ricevere i video con le testimonianze raccolte, è stato necessario aggiungere diversi campi al modello di metadati preesistente, basato sul modello di dati di Europeana (EDM). Le informazioni aggiunte riguardano sia i video delle interviste (titolo, descrizione, parole chiave, lingua, categorie, sottocategorie) quanto l'intervistato stesso (nome, presentazione, anno di nascita, nazionalità). Tutti questi adattamenti saranno inclusi da NTUA nella piattaforma WE-Hope, che sarà rilasciata durante il progetto.


Questo articolo è stato scritto da George Marandianos, dell'Università Tecnica Nazionale di Atene (NTUA).

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